OLIO & MALATTIE ARTICOLARI
OLIO & CARTILAGINE
Possibili interazioni fra olio extravergine di
oliva e patologie degenerative articolari
La
Cartilagine può essere definita l’organo bersaglio del processo degenerativo nell’artrosi,
in quanto a suo carico si osservano sia i danni iniziali che quelli successivi
della progressione della malattia.
Si possono
distinguere macroscopicamente 4 fasi in questa progressione:
1)
Rammollimento: la
superficie cartilaginea inizia a perdere la sua consistenza ed è facilmente
deprimibile (cosa che si può osservare in artroscopia premendovi sopra con lo
specillo).
2) Fibrillazione:
perdita dell’aspetto liscio e presenza di filamenti a tipo fronde che
increspano la superficie.
3)
Fissurazione:
compaiono lesioni a tutto spessore con fenditure e crateri della superficie.
4) Ulcerazione:
scomparsa di pezzi interi di cartilagine ed esposizione dell’osso.
A
queste lesioni di tipo regressivo si associano lesioni produttive, che
interessano le sedi marginali dell’articolazioni, particolarmente quelle
soggette a maggior carico, caratterizzate da produzione di cartilagine che si va
ossificando, producendo i caratteristici osteofiti.
L’aspetto microscopico di questa regressione mostra la
necrosi (morte) dei condrociti, le cellule della cartilagine, specialmente negli
strati superficiali. Le lesioni fissurative raggiungono progressivamente le
parti più profonde estendendo la necrosi ai condrociti in tali sedi. A questo
punto si associa un tentativo ripartivo con proliferazione di condrociti alla
base della cartilagine, dell’osso subcondrale e dei vasi sanguigni.
L’osso subcondrale, perciò, accompagna queste
manifestazioni, a sua volta, con aspetti peculiari a livello radiografico,
quali, in successione:
-
sclerosi, cioè diventa più bianco alle Rx
-
pseudocisti o geodi, specie di lacune ossee al di sotto della superficie ossea,
dovute alla infiltrazione di liquido sinoviale nella sua struttura
-
eburneizzazione cioè diventa più spesso
-
osteofiti, già visti precedentemente.
A questi fenomeni partecipa anche la membrana sinoviale, il
tessuto che riveste dall’interno la capsula articolare e questa stessa, con
fenomeni di edema, congestione, ipertrofia, la prima, ed ispessimento e
fibrosi, la seconda.
A differenza delle forme artritiche, nell’artrosi non si
osserva alterazione degli indici di infiammazione (VES, PCR, Fibrinogeno etc…),
se non nelle forme riacutizzate e caratterizzate da sinovite. Anche l’analisi
del liquido sinoviale non mostra alterazioni infiammatorie (può essere più
giallo e torbido, raramente presenta cellule nucleate).
Clinicamente l’artrosi si presenta con: dolore generalmente meccanico, rigidità
tipicamente mattutina o dopo lunghi periodi di inattività (ad esempio dopo
un po’ che si sta seduti), limitazione
funzionale dell’articolazione colpita, perciò si vede diminuire
l’escursione articolare stessa, tumefazione
dell’articolazione dovuta agli osteofiti ed alla modificazione della forma
dell’articolazione, versamento articolare
(non sempre) crepitio durante il
movimento (cioè rumori), deformazione
di solito tardiva (alterazione degli assi articolari).
Dal punto di vista biochimico in artrosi si deve parlare
principalmente di infiammazione cronica, con spiccata caratteristica meccanica
e degenerativa. Le forme croniche si caratterizzano per il coinvolgimento di
macrofagi (le cellule deputate alla pinocitosi, cioè assorbimento di fluidi, ed
alla fagocitosi, cioè assorbimento di particelle ed immunocomplessi) e dei
linfociti, ai quali i macrofagi portano e presentano gli antigeni. In artrosi
questo meccanismo ha però scarsa importanza, essendo fondamentale nelle artriti
autoimmuni (Artrite Reumatoide ecc). I macrofagi secernono sostanze come enzimi
(idrolasi acide, collagenasi, elastasi), citochine, frazioni del complemento,
radicali liberi, metaboliti dell’acido arachidonico (prostaglandine,
leucotrieni), inibitori delle proteasi. Tutte queste sostanza creano danni a
livello umorale e cellulare, esaltando i problemi meccanici e degenerativi,
tipici dell’artrosi, rinnovando il processo infiammatorio cronico.
Già nell’antichità a partite dal mondo greco e romano, ed
anche prima, presso gli etruschi ed i fenici, l’olio di oliva è stato
considerato dono degli dei e portatore di benessere. A parte l’uso in cucina
l’olio era usato regolarmente come emolliente e tonico per la cute, muscoli,
articolazioni o come medicinale sotto forma di infusi, decotti. Simbolo
religioso per definizione, basti ricordare l’Unzione Divina (Cristo, l’Unto del
Signore), quella dei re o dei Guerrieri, di cui parla Omero nell’Iliade, sia
prima della battaglia, che nella preparazione alla morte.
Oggi sappiamo molte più cose a proposito della composizione
chimica dell’olio extravergine di oliva. Sappiamo che contiene polifenoli,
tocoferoli, fitosteroli, squalene, dalle riconosciute proprietà protettive
verso le cellule, e con funzioni di eliminazione e contenimento dell’azione dei
radicali liberi, quali agenti proinfiammatori e prodegenerativi.
La dieta mediterranea ha sempre previsto l’uso dell’olio
extravergine di oliva; rispetto al mondo anglosassone, del resto i popoli
mediterranei evidenziano minori problemi di sovrappeso e obesità, elementi
essenziali nel dare il via ai processi degenerativi articolari. Un approccio
corretto al problema dell’artrosi non può prescindere dal contenimento del
peso. Proteggere la cartilagine è il passo successivo, quindi prevenire la
degenerazione della stessa, causata anche dalla perdita di elasticità della
struttura e dalle alterazioni biochimiche nel delicato meccanismo di
sostituzione dei condrociti, nel quale interviene il collagene, e varie
sostanze proteiche come il condroitinsolfato, glucosamminoglicano, acido
ialuronico. Il ritrovamento nell’olio di oliva del cosiddetto oleocantale,
molecola che svolge un’azione simile all’ibuprofene, ha evidenziato la sua
capacità antinfiammatoria, e la sua azione sui radicali liberi, sulle
collagenasi, permette di ipotizzare un effetto benefico proprio sulle cellule
cartilaginee, come detto il bersaglio principale dell’artrosi.
Se possiamo lasciare alla fine di questo discorso un
messaggio diremmo: Dieta Mediterranea - Olio extravergine di oliva -
Contenimento del peso - Protezione della cartilagine - Attività fisica
Questi sono i capisaldi per invecchiare senza i fastidiosi
problemi dell’artrosi.
Dr.
Fabio Scrobe
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