OLIO & MALATTIE CARDIOVASCOLARI
Le patologie cardiovascolari sono tutte
quelle malattie che interessano il cuore ed i vasi sanguigni. Le principali
manifestazioni cliniche sono la cardiopatia ischemica (angina pectoris ed infarto
del miocardio), malattie cerebrovascolari (ictus ischemico ed emorragico) e
l’arteriopatia obliterante periferica. Rappresentano la principale causa di
mortalità e morbilità nei paesi industrializzati. In Italia circa il 42% del
totale dei decessi è causato da malattie cardiovascolari. L’epidemia delle
malattie cardiovascolari (MCV) è fortemente correlata
allo stile di vita ed a fattori fisiologici e biochimici modificabili.
Esse riconoscono un’eziologia
multifattoriale. I fattori di rischio che le predispongono sono stati
individuati e se presenti in soggetti sani ne aumentano la probabilità di
insorgenza, contrariamente è stato dimostrato la reversibilità del rischio se vengono modificati. Da ciò si è sviluppato il concetto di rischio cardiovascolare inteso come la
probabilità si sviluppare una malattia cardiovascolare nei successivi 10 anni.
I
fattori di rischio si dividono in modificabili e non modificabili.
Fattori non modificabili:
● Età: il rischio aumenta progressivamente
con l’età.
● Sesso:
gli uomini sono più a rischio delle donne
● Familiarità:
parenti con eventi cardiovascolari prima dei 60 anni.
Fattori modificabili:
● Ipertensione: una pressione elevata costringe il cuore ad un superlavoro, ne
aumenta le dimensioni e favorisce l’aterosclerosi
predisponendo ad un maggiore rischio di infarto ed ictus. Negli studi
epidemiologici esiste una stretta relazione tra valori pressori e sviluppo di
malattie CVD, vari trials hanno evidenziato che la riduzione dei valori
pressori è correlata ad una riduzione della morbilità e mortalità
cardiovascolare..
● Fumo: la
nicotina ed il monossido di carbonio contenuti nel fumo hanno un effetto
dannoso sul cuore. La nicotina stimola la produzione di adrenalina che accelera
il battito cardiaco, provoca un aumento della pressione costringendo il cuore
ad un maggiore lavoro. Il monossido di carbonio riduce la quantità di ossigeno
che può essere trasportata dall’emoglobina ai vari organi e tessuti. La
frequenza degli eventi è da
● Diabete:
l’iperglicemia determina una disfunzione endoteliale, le LDL sono maggiormente
aterogene e si istaura un ambiente pro coagulante.
● Sovrappeso corporeo ed obesità: l’eccesso di peso aumenta i fattori di rischio
come ipertensione, ipercolesterolemia e diabete. In particolare i predittori
del rischio sono la misura dell’obesità
centrale o della circonferenza addominale (uomo uguale/maggiore di
● Colesterolemia totale elevata: il colesterolo è
presente normalmente nel nostro organismo in quanto costituente delle membrane cellulari e
precursore nella sintesi di alcuni ormoni. Se presente in quantità eccessiva
nel sangue, per un eccesso di introduzione con una dieta ricca di grassi di origine
animale, si deposita nella parete delle arterie provocando l’aterosclerosi,
patologia infiammatoria cronica delle arterie di grosso e medio calibro che
consiste nella formazione della placca ateromasica (ateroma) ossia un
ispessimento dell’intima delle arterie (lo strato più interno delle arterie)
dovuto ad un deposito di materiale lipidico e tessuto fibroso. Le placche
possono restringere il lume arterioso (stenosi) con successiva riduzione del
flusso sanguigno ai vari organi od ulcerarsi con conseguente trombosi
sovrapposta che può portare all’occlusione completa dell’arteria. Nel primo
caso le manifestazioni cliniche sono patologie croniche quali l’angina pectoris
stabile, la claudicatio intermittens (dolore che insorge agli arti inferiori
durante la deambulazione e che scompare fermandosi), nel secondo caso le manifestazioni sono acute angina instabile,
infarto del miocardio, ictus ischemico.
Il colesterolo viene trasportato nel sangue da
specifiche proteine: le lipoproteine. Le lipoproteine a bassa densità (LDL Low
Density Lipoproteins) trasportano il colesterolo dal fegato a tutti gli organi
(colesterolo aterogeno). Le lipoproteine ad alta densità (HDL Hight Density
Lipoproteins) rimuovono il colesterolo in eccesso e lo portano al fegato dove
viene eliminato (colesterolo non aterogeno). E’ ormai consolidata l’evidenza
scientifica della correlazione positiva tra il livello ematico di colesterolo
totale e Col-LDL con sviluppo delle malattie cardiovascolari. Il contrario per
il Col-HDL che invece svolge un’azione protettiva.
Negli ultimi anni c’è stato un notevole
interesse nello studio della prevenzione del rischio cardiovascolare in
particolare è stata valutata
l’importanza di una corretta
alimentazione nel suo insieme e nei
singoli componenti. Sono numerose le evidenze scientifiche che hanno rilevato
una stretto rapporto tra aderenza alla dieta mediterranea e riduzione
dell’incidenza di malattie cardiovascolari.
Analizzando più specificamente le
proprietà dell’olio di oliva, l’azione antiaterosclerotica è emersa da vari studi epidemiologici che hanno rilevato una maggiore incidenza di
malattie cardiovascolari nelle popolazioni del Nord Europa, propense ad una
alimentazione ricca di grassi saturi rispetto alle popolazioni dei paesi del
bacino mediterraneo che fanno uso soprattutto di olio di oliva. Inoltre hanno
evidenziato numerose prove sull’azione protettiva dell’olio extravergine di
oliva nella prevenzione delle malattie cardiovascolari non solo per il suo alto
contenuto di acido oleico ma anche per la presenza di componenti minori, i
polifenoli. I polifenoli sono un gruppo eterogeneo di sostanze con varie azioni
biologiche, evidenziate in modelli in vitro e ultimamente anche in
sperimentazioni in vivo. Sono molecole biodisponibili cioè entrano all’interno
delle cellule e subiscono delle trasformazioni metaboliche e possono essere
valutate quantitativamente nelle urine.
Essi hanno proprietà antiossidanti, antitrombotiche, antinfiammatorie,
modulano enzimi coinvolti nella produzione di nitrossido (potente
vasodilatatore) aumentandolo, sono in grado di ridurre la produzione di
isoprostani che si formano nei processi di perossidazione lipidica delle
membrane cellulari quando sottoposte a stress ossidativi.
In particolare sono state studiate alcune
molecole come l’idrossitirosolo ed oleuropeina che nell’ambito delle malattie
cardiovascolari sono in grado di proteggere le lipoproteine LDL
dall’ossidazione. Le LDL ossidate rappresentano il primum movens nella
formazione della placca aterosclerotica responsabile del restringimento delle
arterie e conseguentemente dell’istaurarsi delle patologie cardiache.
Infatti un ruolo importante nello
sviluppo dell’infiammazione della parete delle arterie è sostenuto dalle LDL
ossidate che restano intrappolate nello spazio extracellulare dell’intima dei
vasi. Le LDL ossidate svolgono un’azione citotossica diretta sulle cellule
endoteliali, inducono l’espressione di molecole adesive per i leucociti,
stimolano la produzione di sostanze chemiotattiche, favoriscono la sintesi dei
fattori di crescita per i monociti/macrofagi e per le cellule muscolari lisce,
promuovono la coagulazione , inibiscono l’azione dell’ossido nitrico (sostanza
con azione vasodilatatrice), attivano le piastrine favorendone l’aggregazione.
Uno studio EUROLIVE (finanziato
dall’Unione Europea) ha indagato i rapporti tra polifenoli e colesterolo. I
risultati sono stati pubblicati nel 2008 su una rivista (Annal. Intern. Med).
Questo è un trial multicentrico che ha coinvolto 6 centri di 5 paesi europei
tra cui anche l’Italia. Sono stati arruolati (200) soggetti, maschi, sottoposti
ad una dieta con olio di oliva con differenti dosaggi di polifenoli
(bassa-media-alta concentrazione). Hanno valutato vari parametri: profilo
lipidico e glucidico, colesterolo LDL ossidato, polifenoli circolanti
(idrossitirosolo, oleuropeina). I risultati principali sono stati che i vari parametri presi in considerazione
miglioravano in funzione della concentrazione dei polifenoli cioè più un olio è
ricco di sostanza antiossidanti maggiori sono i benefici sull’organismo.
Un altro studio recente, pubblicato su
European Journal of Clinical Nutrition, ha confermato l’efficacia
dell’assunzione dell’olio extravergine di oliva, nell’ambito della dieta di
tipo mediterraneo, nella prevenzione di altri eventi trombotici in pazienti ad
alto rischio cardiovascolare.
Un altro studio pubblicato su
Atherosclerosis ha indagato gli effetti dell’assunzione di olio extravergine di
oliva, nell’ambito della dieta mediterranea,
su 49 soggetti tra i 55 e gli 80 anni
ad elevato rischio cardiovascolare. I ricercatori hanno evidenziato una
riduzione dell’espressione delle proteine coinvolte nei processi infiammatori
ed aterosclerotici.
Sulla base di queste evidenze e dalle
raccomandazioni emerse dalle <<Linee Guida Europee sulla prevenzione
delle malattie cardiovascolari>>
si può concludere che nella prevenzione delle MCV si deve prima di tutto
adottare un regime dietetico povero di
grassi animali preferendo i grassi vegetali ricchi di monoinsaturi e sostanze antiossidanti come
l’olio extravergine di oliva, associato all’abolizione del fumo di sigaretta,
al controllo dei valori pressori, della colesterolemia, della glicemia, del
peso corporeo non dimenticando di praticare una regolare attività fisica.
Questo messaggio è importante che
giunga soprattutto ai giovani, la formazione deve iniziare nella scuola, perché la consapevolezza e l’acquisizione
delle sane abitudini di vita è un
processo che inizia in giovane età, si consolida nel corso degli anni e rappresenta uno strumento per la lotta
dell’obesità che è una patologia in crescita
nell’infanzia/adolescenza.
L’INTERVISTA
Qui di seguito si riporta la sintesi
dell’intervista 30/11/2008 della dr.ssa Chiarion al dr.
Leonardo Gramigna su <<Olioextravergine
di oliva e malattie cardiovascolari>>.
Cosa sono le malattie
CV?
Col termine di M.C.V., o meglio, cardio e
cerebro-vascolari si intende una serie di patologie a carico dell’albero
circolatorio e dei due principali organi da esso irrorati: cuore e cervello.
Pertanto, oltre all’infarto del miocardio e all’ictus cerebrale, peraltro le
due più temibili ed invalidanti malattie di cui stiamo parlando, nelle M.C.V.
si ritrovano l’angina pectoris, le arteriopatie periferiche, le encefalopatie
vascolari croniche, le trombosi venose, ecc.. E alla base delle alterazioni
vascolari sta il processo dell’aterosclerosi in cui gioca un ruolo fondamentale
il colesterolo.
Qual è l’incidenza di
queste malattie?
Arrivando subito al punto, in Italia circa il 44%
dei decessi che si verificano ogni anno è causato da malattie CV. In
particolare la cardiopatia ischemica è la prima causa di morte in Italia (28%)
mentre gli accidenti cerebrovascolari sono al 13% dopo i tumori.
La
prevalenza dei cittadini affetti da invalidità cardiovascolare è pari al 4,4
per mille (dati ISTAT). Il 23,5 % della spesa farmaceutica è destinata a
farmaci per il sistema cardiovascolare (Relazione sullo stato sanitario del
Paese, 2000).
Si parla molto dei
fattori di rischio per lo sviluppo di queste patologie, quali sono e come si
possono eventualmente correggere?
Sono stati individuati molteplici fattori di rischio
che possiamo suddividere in fattori non modificabili e modificabili. I primi
sono rappresentati dalla familiarità, l’età e il sesso (nel senso di maschio e
femmina). I secondi sono stati individuati in alcune patologie (ipertensione
arteriosa, dislipidemie, in particolare l’ipercolesterolemia, e il diabete –
che attualmente più che un fattore di rischio si tende a considerarlo già una
malattia CV), nell’obesità e in cattive abitudini quali il fumo, la
sedentarietà, un’alimentazione scorretta. Questi ultimi, i FDR modificabili ,
apparentemente indipendenti (cioè a dire che ognuno di essi di per se aumenta
il rischio CV) sono anche spesso fra loro strettamente correlati: per esempio
l’ obesità è spesso associata ad ipertensione, colesterolo alto e diabete.
Attraverso numerosi studi è stato possibile
sviluppare delle carte del rischio che rappresentano una previsione a 10 anni
di andare incontro ad una MCV in base appunto ai fattori di rischio che un
soggetto presenta.
Come si modificano i
fattori di rischio?
Eliminando nei modi e nei tempi giusti tutti i
fattori modificabili. Il primo step è naturalmente rappresentato dal
cambiamento dello stile di vita: dall’intraprendere attività fisica ad una
corretta alimentazione per poi avvalersi anche dei farmaci qualora il giusto
stile di vita fosse insufficiente.
Sull’alimentazione sappiamo che la dieta
mediterranea rappresenta il modello ideale in quanto particolarmente ricca di
frutta e verdura ed equilibrata nel senso dell’apporto calorico ben distribuito
fra zuccheri, grassi e proteine. Componente essenziale della dieta mediterranea
è l’olio extravergine di oliva, ricavato direttamente dalla spremitura delle olive
senza alcuna alterazione o modificazione chimica, fonte di lipidi buoni. Qual è
la composizione dell’olio di oliva?
L’olio di oliva è principalmente composto da acidi
grassi monoinsaturi, polifenoli e tocoferoli.
Perché queste sostanze
sarebbero utili?
E’ noto ormai da vari studi scientifici l’attività
antiossidante dei polifenoli, in particolare la capacità che hanno alcuni
composti (idrossitirosolo) di proteggere le LDL dall’ossidazione (le LDL
ossidate rappresentano il primum movens della formazione della placca
aterosclerotica).
Ci sono preparati
farmaceutici a base di olio?
Numerosi prodotti fitoterapici sono ricavati
dall’olio di oliva per le sue proprietà
antipertensive, anticolesterolemiche, senza poi considerare il largo uso che viene
fatto nell’industria cosmetica.
Ma quanto olio si deve
usare?
La quantità raccomandata è di 2-3 cucchiai al giorno
che è meglio utilizzare a crudo per non alterarne le qualità.
In conclusione?
Numerosi studi hanno dimostrato come un’adeguata
alimentazione sia importante per la prevenzione delle M.C.V., come la dieta
mediterranea ne sia il modello e come l’olio di oliva, che rappresenta una
componente fondamentale di questa dieta, in virtù della sua composizione,
esplichi un ruolo determinante nel processo della prevenzione stessa, per cui
ci sentiamo di consigliarne il consumo, nelle misure raccomandate, in
sostituzione dei grassi di origine animale.
Il messaggio che quindi vorremmo divulgare è che
l’olio extravergine di oliva è un prodotto genuino, non sofisticato, buono e fa
bene!
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