OLIO & OSTEOPOROSI

 

Donna con fenotipo caratteristico di osteoporosi. Età avanzata e gobba (cifosi). Usa un bastone per problemi di instabilità e tendenza a cadere, fattori che aumentano il rischio di fratture.L’osteoporosi primaria senile è la progressiva accelerata ed eccessiva riduzione della massa ossea dovuta principalmente a una carenza o a un malassorbimento del calcio.

         Per lo più colpisce donne e causa perdita di peso, ossa fragili, dolori alle ossa e alle articolazioni ma soprattutto alla colonna vertebrale con progressivo incurvamento della spina dorsale sul piano sagittale (dorso curvo per aumento della cifosi dorsale).

         Un paziente affetto da questa patologia ha una maggiore esposizione al rischio di frattura per traumi anche minimi. Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), nel 1990 sono state accertate circa 1.700.000 fratture di femore nel mondo e se ne prevedono 6.300.000 per il 2050. Una delle peculiarità dell’osteoporosi è quella di non comportare una grossa sintomatologia, anche nelle forme più evolute.

         Il progressivo calo di massa ossea può infatti avvenire senza dare segnali sino al momento della frattura.

         L’osteoporosi primaria senile pertanto non è solo una malattia ma è una vera e propria sindrome. Essa è legata ai naturali processi di invecchiamento. Il progressivo diminuire del numero delle cellule deputate alla formazione di tessuto osseo (osteoblasti) e della loro attività fa sì che il bilancio della rimineralizzazione ossea sia in perdita. Inoltre, si deve tenere presente che con gli anni si assiste a una progressiva riduzione della vitamina D che, sotto forma di calcitriolo, è deputata sia a incrementare le funzioni degli osteoblasti (i ricostruttori di tessuto osseo che si trova in un continuo rimodellamento e così un costante “divenire”) sia a contrastare l’escrezione di calcio per via renale.

         E’ possibile però agire in termini di prevenzione, attraverso alcune buone regole di vita e con l’alimentazione, per ritardare un invecchiamento precoce dell’osso.

         Avere ossa forti di costituzione, particolarmente prima dell’età di 30 anni, può essere la migliore difesa contro lo sviluppo dell’osteoporosi, e uno stile di vita sano può essere estremamente importante per una buona mineralizzazione e conservazione delle ossa.

         Ci sono parecchie misure che si possono prendere per prevenire l’osteoporosi: l’osteoporosi è in gran parte evitabile per la maggior parte della gente: dunque la prevenzione è tutto.

         Ci sono diversi punti importanti da seguire per impedire questo processo di invecchiamento precoce dell’osso per perdita eccessiva di massa ossea. Nessun fattore, da solo, è sufficiente per impedirla ma tutti insieme possono fare molto.

         Innanzitutto avere una dieta equilibrata che consenta di assumere il calcio e la vitamina D in quantità ottimali. Infatti, oltre che per l’apparato scheletrico, il calcio è indispensabile affinché il “muscolo” cardiaco, gli altri muscoli e tutto il sistema nervoso possano funzionare correttamente. Un altro punto importante è seguire uno stile di vita sano con un uso moderato di alcool e senza il fattore “fumo di sigaretta” che inibisce il normale processo di calcificazione del tessuto osseo. L’esercizio fisico è inoltre importante per la buona salute dell’osso. Fare sport regolarmente nell’infanzia e nell’adolescenza fa sì che con più probabilità si possa raggiungere, entro la terza decade di vita, una densità ottimale dell’osso rispetto a chi rimane inattivo. Dunque camminare, ballare, fare le scale, vivere una vita sana e praticare lo sport con un equilibrato affaticamento. Ma attenzione! Se si è seguita per anni una vita sedentaria, è assolutamente indicato fare dei controlli clinici e strumentali prima di cominciare qualsiasi programma di sport che porti ad una modifica sostanziale del proprio stile di vita.

         Poiché le ossa sono tessuti viventi e, come già detto, subiscono costantemente della modificazioni, la loro salute è sicuramente influenzata dalla dieta e dall’esercizio fisico.

         Le indagini dei nutrizionisti hanno indicato che molte donne e ragazze consumano meno della metà della quantità di calcio suggerita per mantenere le ossa sane. A seconda dell’età, una assunzione adatta di calcio cade fra 1000 e 1300 milligrammi al giorno. Se si incontrano difficoltà ad ottenere abbastanza calcio dagli alimenti che si mangiano, si può ottenere un supplemento di mineralizzazione incrementando i valori di vitamina D. La sua assunzione è fondamentale affinchè il corpo possa assorbire il calcio. Senza la necessaria dose di vitamina D, non si riesce a prelevare e ad utilizzare il calcio dagli alimenti necessario alle ossa e alle restanti parti del nostro corpo, così che possano compere le loro funzioni essenziali e vitali. In carenza di calcio nel sangue (ipocalcemia) si dovrà mobilizzarlo dai grandi depositi: le ossa verranno così depauperate nel loro contenuto.

          La vitamina D viene da due fonti: attraverso la pelle, tramite l’esposizione diretta alla luce solare, e dalla dieta. Gli esperti suggeriscono una dose quotidiana fra 400 e 800 mg al giorno, che può essere ottenuta di prodotti lattiero-caseari (latticini e formaggi), dai rossi d’uovo, dai pesci di mare e dal fegato e dall’olio extravergine di olive.

         Il fegato ha una funzione indispensabile perché la vitamina D viene da esso accumulata e viene poi trasformata in composti più attivi, come il calcitriolo (trasformazione controllata dal paratormone prodotto dalla ghiandola endocrina paratiroide). Il calcitriolo influisce favorevolmente sulla calcificazione dell’osso, aumentando l’assorbimento del calcio assunto con la dieta: se il calcio introdotto è sufficiente si ha la sua deposizione nelle ossa; se è insufficiente, per effetto di questa vitamina viene mobilizzato dall’osso e immesso nel sangue per mantenere sempre nei limiti della normalità la calcemia che, se alterata, porterebbe a dei gravissimi stati patologici.

          La vitamina D fa parte di un gruppo di 12 vitamine liposolubili (che si sciolgono nei grassi) che svolgono l’attività biologica dl colecalciferolo (vitamina D3) e del calciferolo (vitamina D2). La D3 è presente nei tessuti animali, la D2 in cibi di origine vegetale. La vitamina D3 si forma nella pelle umana in seguito all’esposizione al sole (radiazione ultraviolette). Una sua carenza (avitaminosi) porta al rachitismo nell’infanzia e all’osteomalacia nell’età adulta. Nel primo caso si ha una deformazione delle ossa (per la mancata mineralizzazione dell’osso in accrescimento), nel secondo grande fragilità delle ossa (per la diffusa decalcificazione). L’introduzione di vitamina D in notevoli quantitativi può portare a intossicazione, con ipercalcemia, cefalea, nausea, vomito, ipertensione, fino a ritardo della crescita, alopecia e aumento della pressione intracranica. Soggetti che hanno una dieta varia e una normale esposizione solare, non necessitano di supplementi di vitamina D.

         Molte sono le proprietà benefiche dell’olio extravergine di olive al punto che lo spossiamo considerare una vera e propria medicina.

         L’olio di olive è composto prevalentemente da una frazione grassa che contiene per lo più grassi insaturi. Anche il grasso umano ha una frazione grassa che assomiglia molto, nella sua composizione, alla frazione grassa contenuta nell’olio di olive: questo spiega la facilità con la quale l’olio d’olive viene assimilato dal nostro organismo.

         Abbiamo visto prima come la vitamina D sia solubile nei grassi e solo in questa forma possa essere trasportata nel nostro organismo per espletare le sue funzioni indispensabili nel bambino, nell’adulto e nell’anziano.

         L’olio di olive, tra tutti gli oli vegetali, è così quello che ha più digeribilità da parte dell’organismo umano e che facilita l’assorbimento da parte dell’organismo della vitamina D grazie al fatto che è veicolata dai grassi insaturi e dai Sali biliari la cui secrezione è stimolata dalla presenza dell’olio d’olive stesso nel bolo alimentare.

         Per tutto quanto sopra esposto, le popolazioni che usano maggiormente l’olio d’olive di prima spremitura ne traggono notevoli benefici. Il suo uso è più marcato nelle zone di produzione dove caratterizza quella che viene chiamata “dieta mediterranea”.

Prof. Micel De Faveri Tron

 

 

 

 

 

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