malattie degli animali

OLIO DI OLIVA, CANI E GATTI

L'olio di oliva, alimento così a misura d'uomo, è altrettanto a misura di cane e gatto? Considerandone la composizione la risposta è probabilmente positiva. Esso infatti contiene 2 categorie di sostanze molto importanti nell'alimentazione dei nostri amici a quattro zampe: gli acidi grassi insaturi e le vitamine liposolubili.
I primi sono i costituenti più abbondanti, in particolare l'acido oleico, monoinsaturo, e il linoleico, polinsaturo, considerati acidi grassi essenziali poiché non sintetizzabili dall'organismo e che quindi devono essere necessariamente introdotti con la dieta. Insieme vengono anche indicati come vitamina F.
Ebbene un loro corretto apporto deve esserci anche nella dieta dei carnivori domestici, specie se forniti nei giusti rapporti quali quelli presenti negli extravergini (oleico/linoleico>7).
E' vero che cani e gatti sono carnivori (il gatto lo è più del cane), quindi necessitano di un'elevata quota di proteine di alto valore biologico,25-30% e più, secondo le varie esigenze fisio-patologiche.
Tuttavia gli acidi grassi insaturi svolgono un ruolo rilevante nelle diverse fasi di vita dei nostri amici, sia nella crescita, per garantire un corretto sviluppo del sistema nervoso e della pelle, sia nella fase adulta, sia nella vecchiaia, quando l'apporto proteico deve essere ridotto e l'integrazione con tali sostanze è senz'altro consigliabile per apportare un giusto e calibrato apporto energetico.
Inoltre gli acidi grassi essenziali, assieme alla vitamina E, hanno un'azione antiossidante,sempre più enfatizzata anche dai nutrizionisti veterinari, di estrema importanza nel prevenire e curare i danni da invecchiamento a livello delle membrane cellulari (che hanno una costituzione essenzialmente lipidica) e nell'assicurare l'integrità di epiteli, mucose, cute ed endoteli. L'acido oleico è un antiossidante molto efficace, e l'olio di oliva ne è l'unica fonte alimentare.
Le vitamine liposolubili sono fondamentali nella dieta dei nostri animali. L'olio di oliva contiene,oltre alla F già citata, la provitamina A o beta carotene, la E e la D, assieme alla C (in forma di ascorbil palmitato) che è idrosolubile.
Il beta carotene agisce a vari livelli, ad esempio, nel metabolismo dei tessuti epiteliali e nei processi di visione.
La vit. E è un agente antiossidante importante nel combattere i processi di invecchiamento e garantire l'integrità delle membrane cellulari; inoltre stimola le difese organiche, supporta la funzione muscolare ed altro; è contenuta in discreta quantità negli oli vergini, da 150 fino a 450 mg/100gr di prodotto, per cui un cucchiaio di olio di oliva, circa 10 gr, può contenerne fino a 40-45 mg.
Dunque l'olio di oliva è la fonte più importante di vit. E, che peraltro vi è presente in forma di alfa tocoferolo, tra le 8 forme naturali in cui può trovarsi la sostanza quella più facilmente assimilabile.
A proposito di invecchiamento, oggi l'età media dei cani e dei gatti è molto aumentata rispetto a qualche anno fa, si vedono sempre più spesso soggetti di 18-19 anni e più.
In questo periodo della vita la qualità dell'alimentazione assume un ruolo essenziale, e l'integrazione con prodotti come l'olio di oliva, che forniscano vitamine, principi antiossidanti ed energetici, deve essere presa in seria considerazione.
Uno può chiedersi se questi principi nutritivi così importanti per una dieta sana e bilanciata dei carnivori domestici siano adeguatamente presenti nelle diete casalinghe o nei mangimi commerciali che noi somministriamo loro.
Nel primo caso, diete casalinghe, facilmente si può eccedere in qualcosa e/o essere carenti in altro; ad esempio fornendo solo prodotti di origine animale può mancare un corretto apporto vitaminico e lipidico, quanti-qualitativamente. Comunque l'aggiunta di un cucchiaino di olio di oliva nel pasto di gatti e cani piccoli, un cucchiaio nelle taglie medie(fino a 25 kg), 1,5-2 cucchiai nelle taglie grandi-giganti, potrà bilanciare in una certa misura il valore nutritivo dell'alimento.
I mangimi commerciali non sono tutti di buona qualità o adatti per quel tipo di animale (in relazione a età, taglia, stati fisiologici o patologici), possono necessitare di un'integrazione vitaminica e lipidica, e anche qui l'olio di oliva è un'ottima arma a nostra disposizione.
Ma come ci si può accorgere che al nostro animale non si sta dando tutto quello di cui lui ha realmente bisogno? Sintomi come mantello scadente e opaco, forfora, dimagramento con appetito conservato, disturbi digestivi, debbono attirare la nostra attenzione, e comunque farci richiedere la visita veterinaria.
Oltre alle sue proprietà chimiche-nutrizionali, l'olio di oliva è interessante in dietetica canina e felina anche per le sue caratteristiche fisiche. Esso si emulsiona con i succhi gastrici ed ha proprietà colecisto-cinetiche, quindi è facilmente digeribile. In più è anche appetibile, specie nel cane, e può aumentare l'appetibilità pasto, fattore molto importante nell'alimentazione dei nostri amici; l'appetibilità a sua volta stimola i succhi gastrici aumentando la digeribilità, in una sorta di circolo virtuoso.
L'olio di oliva ha un alto valore energetico, pari a 900 kcal. per 100 gr di prodotto, altro buon motivo per integrarlo nel pasto, soprattutto nei cani da lavoro, da caccia, nelle femmine gravide.
In medicina umana molti studiosi ritengono che l'olio di oliva sia efficace nella prevenzione della cancerogenesi, basandosi su studi statistici in relazione alle abitudini alimentari delle popolazioni.
In veterinaria, dove l'oncologia ha assunto sempre più importanza negli ultimi tempi, soprattutto nei piccoli animali, non ci sono studi in proposito, ma è possibile che i dati estrapolabili dall'uomo abbiano validità anche sugli animali.
In conclusione, integrare l'alimentazione dei cani e dei gatti con olio di oliva, specie di buona qualità, aggiunto a crudo nelle quantità sopra indicate, è senz'altro un ottimo consiglio da dare ai proprietari di cani e gatti.

Dr. Nicola Rossi


OLIO DI OLIVA E GRANDI ANIMALI

L'Olio di oliva non è frequentemente impiegato nella alimentazione e nella terapia dei grandi animali ai quali si somministra talvolta olio di fegato di merluzzo a causa del contenuto maggiore di vitamina A e D e soprattutto di un costo generalmente inferiore (almeno nelle confezioni ad uso zootecnico).
Per gli animali sono dunque da preferire sempre oli di origine animale? Assolutamente no, l'impiego di questi, anziché del più nobile olio di oliva, è determinato oltre da quanto sopra ricordato da una certa “tradizione” degli allevatori nell'affidarsi ad alcuni prodotti commerciali che si sono affermati con il tempo nel settore grazie anche all'amplificazione pubblicitaria delle proprietà benefiche degli oli di pesce.
Se vogliamo invece affidarci alle conoscenze scientifiche dovremmo sottolineare che gli oli di oliva, con il loro ottimo rapporto fra acidi grassi monoinsaturi/polinsaturi (oleico e linoleico) e vitamine liposolubili, costituiscono un alimento decisamente energetico e potenzialmente benefico anche per l'alimentazione dei grandi animali (cavalli, asini, bovini ma anche le zebre). Uno dei limiti sta nella appetibilità: è noto che gli animali gradiscono di più i grassi di origine animale, ma questo non ci deve indurre a generalizzare perché prove di gradimento sono magari state eseguite con oli di scarsa qualità e dai sapori troppo “decisi”. Gli erbivori sono infatti spesso i destinatari di alcuni sottoprodotti della produzione dell'olio di oliva a cominciare dalla potatura delle piante. Foglie e rametti (fino a 20 kg per pianta per anno) sono divorate dai ruminanti (soprattutto capre e bovini) con assiduità ed apportano un buon quantitativo di energia. Questa fama di “riciclatori” degli scarti non deve però indurre qualcuno al tentativo di impiegarli anche per lo “smaltimento” di oli di scarsa qualità: le conseguenze potrebbero essere decisamente nefaste.
Sulle proprietà terapeutiche degli oli di oliva nei grandi animali sappiamo ancora poco perché gli studi (per la verità pochissimi) in medicina veterinaria sono stati riservati ai piccoli animali da compagnia. Per estrapolazione possiamo però dire che l'apporto di vitamine liposolubili è senz'altro utile anche nell'alimentazione degli erbivori e l'effetto antiossidante, nonché la prevenzione delle patologie cardiovascolari, è da supporre soprattutto nei grandi animali mantenuti a vita (cavalli e asini) che con l'età avanzata sono potenzialmente colpiti da queste malattie. Ma quanto olio per esempio si può somministrare ad un equide? Difficile dare qui una ricetta in litri per capo perché dobbiamo tener conto oltre che del peso e dell'età dell'animale anche del tipo di attività che questo svolge. Ad ogni modo, considerando che gli alimenti per cavalli contengono in media il 3% di lipidi e verificato da prove sperimentali che il contenuto di glicogeno muscolare aumenta sino a percentuali di grassi nella dieta pari al 10%, se ne deduce che l’integrazione di olio di oliva può oscillare da un minimo dell’1-2% sino ad un massimo del 7% (10% - 3% = 7%, dove 10% è la quota massima totale e 3% è la quota già presente nella razione tradizionale di fieno e cereali). Tali percentuali, rapportate al peso dell’animale (asino o pony – 1,5/2 q.li- ; cavallo da sella – 5/6 q.li_) ed al tipo di lavoro che svolge (passeggiate, trotto, galoppo, salto, endurance), si traducono in 60/120 ml/capo/giorno sino ad 800/1000 ml/capo/giorno. E’ sottinteso che, fornendo l’olio 2,25 volte l’energia apportata dai carboidrati e dalle proteine è necessario rivedere l’apporto dei singoli componenti non trascurando l’integrazione minerale e vitaminica. Quanto sopra ci induce a due considerazioni: è meglio somministrare l’olio agli animali impegnati in alcune attività (come i cavalli sportivi che partecipano alle gare di endurance) per evitare nei soggetti sedentari un eccessivo ingrassamento (a questi basta poco più di un buon fieno ad libitum per ingrassare!); è opportuno affidarsi ad un veterinario nutrizionista per calibrare al meglio la dieta del nostro quadrupede, soprattutto se sottoposto ad intense attività locomotorie. E’ necessario, inoltre, ricordare che gli erbivori (monogastrici come i cavalli e le zebre o poligastrici come le mucche o i cammelli) hanno un sistema di digestione molto più complesso dei carnivori e qualsiasi alterazione brusca in qualità o quantità degli alimenti può sfociare in coliche o meteorismi anche mortali. Per questo gli animali devono essere abituati gradatamente a qualsiasi nuovo alimento, vale anche per l'olio e quindi non dovremmo mai fare aggiunte una tantum di olio. Si può iniziare con un terzo della dose finale (mescolato agli altri alimenti) e incrementare di un terzo ogni settimana fino ad arrivare alla quantità prestabilita. La pratica riferisce di animali con un mantello lucido e una funzionalità gastrointestinale regolare.
Ma al di là delle potenzialità nutrizionali e terapeutiche, ci piace pensare che gli animali che hanno contribuito enormemente alla nascita della civiltà dell'olio (quante mole sono state fatte girare per secoli solo grazie alla forza degli asini? E quanti orci sono stati trasportati da carri trainati da cavalli?) siano in parte anche i beneficiari di questo straordinario prodotto di madre natura.
E per i grandi animali esotici è utile l'integrazione della dieta con olio di oliva? Nella mia vita professionale mi occupo anche di alimentazione di animali dei parchi e dei giardini zoologici e l'esperienza con gli animali domestici “omologhi” spesso ci viene in soccorso nella formulazione delle diete dei “cugini” selvatici. Ad esempio per le zebre è evidente che si possa estrapolare quanto fin qui detto per il cavallo e dunque l'alimentazione si può arricchire con olio in inverno quando l'animale ha bisogno di un cibo più energetico. Per i grandi felini (tigri, leoni, puma) invece sono senz'altro da tener presente le esperienze con i gatti domestici. Oltre all'apporto di vitamine liposolubili e acidi grassi, scarsamente presenti in una dieta spesso troppo basata sulla sola carne/muscolo e ossa ma necessari per la crescita del mantello, l'uso di olio di oliva è benefico nei soggetti anziani (i felini in cattività hanno una vita media di circa un terzo in più rispetto a quelli nati in natura) che spesso tendono ad avere problemi di stipsi.
Mi è capitato di vedere negli animali selvatici anche un uso “improprio” dell'olio di oliva. Una certa tradizione orale diffusa fra i proprietari di testuggini vuole che l'olio di oliva spennellato sul carapace lo protegga dagli agenti microbici. A mio avviso non c'è niente di scientifico in tale pratica e una semplice pulizia con acqua è sufficiente allo scopo. Se però non si riesce a far a meno di vedere la propria testuggine bella lucida, poche gocce di olio oliva sono senz'altro più innocue dei lucidanti chimici. Ah, dimenticavo: niente olio nel cibo delle testuggini, sono molto ingorde di insalate ma assolutamente scondite!

Dr. Paolo Cavicchio



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