malattie gastrointestinali

L'apparato gastrointestinale, è un sistema composto da diverse strutture, ciascuna con una funzione diversa ma volte tutte a trasformare il cibo in sostanze adatte a essere assimilate dall'organismo. Infatti il cibo è sottoposto a processi meccanici e chimico-fisici a partire dalla bocca, proseguendo nello stomaco e poi nell’intestino, che trasformano gli alimenti in molecole assorbibili dalla mucosa intestinale come aminoacidi, glucidi, acidi grassi, vitamine, sali minerali ed acqua, veicolati tramite il torrente circolatorio a tutto l’organismo.

Nell’ apparato digerente si trovano dei plessi nervosi che stimolano o deprimono l’attività funzionale e che a loro volta vengono influenzati dagli alimenti assunti con la dieta.

Ciò spiega perché l’addome si comporta come un secondo cervello. Infatti, la vista di un tipo di cibo piuttosto che un altro, può stimolare l’ipersecrezione e la motilità gastrica così come la reazione allo stress può modificare l’attività gastrointestinale.

I grassi che vengono introdotti con la dieta svolgono importanti azioni biologiche: sono la principale riserva energetica che si accumula nelle cellule adipose, entrano nella costituzione delle membrane cellulari, sono precursori di ormoni e vitamine indispensabili per il corretto funzionamento dell’organismo.

I trigliceridi, che rappresentano la principale fonte di lipidi alimentari, per essere assorbiti nell’intestino tenue devono essere degradati ad acidi grassi e glicerolo ad opera dei sali biliari presenti nella bile che emulsionano i grassi rendendo possibile l’attacco delle lipasi pancreatiche.

Durante la digestione dei grassi viene liberato un ormone, la colecistochinina, che stimola la contrazione della colecisti ad immettere la bile nell’intestino. Gli acidi grassi vengono riesterificati e complessati con proteine, fosfolipidi e colesterolo formando i chilomicroni che vengono immessi nel dotto toracico e trasportati ai vari tessuti. Il colesterolo viene prontamente assorbito dall’intestino e raggiunge il fegato con il sangue portale e trasportato ai tessuti tramite le lipoproteine LDL mentre la funzione delle HDL è quella di riportare il colesterolo al fegato per essere eliminato.

Per quanto riguarda i grassi, l’olio extravergine di oliva è costituito per il 99% da trigliceridi che sono esteri del glicerolo con acidi grassi a catena lunga. L’extravergine svolge un’azione protettiva nei casi di iperacidità prevenendo l’istaurarsi di gastriti ed ulcere gastro-duodenali.

Di recente, infatti, è stato evidenziato che tra tutti i grassi alimentari l’olio extravergine di oliva risulta meglio di ogni altro tollerato dallo stomaco. Ciò è dovuto alla sua composizione in acidi grassi monoinsaturi, soprattutto acido oleico.

A questo proposito è risultato che i grassi assunti con gli alimenti tendono a deprimere il tono dello sfintere esofageo inferiore (che separa l’esofago dallo stomaco impedendo che il contenuto acido dello stomaco risalga nell’esofago) mentre l’extravergine deprime in minore misura il tono dello sfintere e favorisce lo svuotamento gastrico. Il burro, composto soprattutto da grassi saturi, è il meno tollerato. Gli oli di semi, ricchi di polinsaturi, hanno un comportamento intermedio tra l’extravergine ed il burro.

Nelle cavie è stato visto che la somministrazione di olio extravergine di oliva era in grado di inibire l’ulcera gastrica indotta sperimentalmente ed in uno studio clinico condotto su soggetti affetti da ulcera gastro-intestinale, la sostituzione dei grassi saturi con l’extravergine ha portato alla riduzione della lesione con un miglioramento dell’ipersecrezione acida. L’olio di oliva giunto in contatto con la mucosa duodenale indurrebbe la secrezione di enterogastrone, un ormone peptidico in grado di ridurre la motilità e l’ipersecrezione acida dello stomaco.

Uno studio condotto da ricercatori spagnoli ha dimostrato che l’olio extravergine di oliva possiede, in vitro, attività battericida nei confronti di vari ceppi di Helycobacter pylori, batterio correlato con lo sviluppo dell’ulcera gastrica, ed alcuni tipi di tumore gastrico. Ciò è determinato dalla presenza di fenoli (forma di aldeidica del ligustroside aglicone). Certamente questa bioattività dovrà essere confermata in futuro ma, comunque, si può dire che l’olio extravergine di oliva associato alla terapia medica per la cura di tali patologie può svolgere un ruolo preventivo.

L’olio extravergine ha anche una funzione colecistocinetica, cioè stimola la contrazione della colecisti, quindi favorisce la digestione dei grassi ed inoltre previene la formazione di calcoli biliari in relazione all’aumentato flusso della bile. Nelle zone in cui si consuma più olio extravergine vi è una minore incidenza di calcolosi biliare. I grassi saturi sono uno dei fattori implicati nel rischio di sviluppare calcoli biliari mentre gli acidi grassi monoinsaturi, come quelli presenti nell’extravergine, hanno una associazione inversa con la formazione dei calcoli biliari.

Inoltre l’extravergine è consigliato anche nella stipsi: 2 cucchiai a digiuno al mattino favoriscono la contrazione della colecisti e la peristalsi intestinale attraverso l’aumento della secrezione di colecistochinina.

Aumenta, inoltre, il senso di sazietà grazie all’esanale, un composto volatile che conferisce il profumo fruttato erbaceo ed avrebbe la capacità di stimolare a livello olfattivo il senso di sazietà. Inoltre l’esanale rallenta l’assorbimento di glucosio da parte degli epatociti frenando la riduzione della glicemia che attiva nell’organismo il senso di fame.

Ma mantenere in salute l’intestino è importante anche per il nostro cuore. Quando si consuma una dieta ricca in proteine animali come carne, uova e latticini si accumulano delle sostanze come la colina e carnitina che, per azione del microbiota intestinale, vengono trasformate in sostanze favorenti il processo di aterosclerosi.

Studiosi americani hanno dimostrato che una sostanza presente nell’olio extravergine di oliva, 3,3 dimetil-1-butanolo (DMB), agendo sulla flora batterica intestinale è in grado di impedire la formazione di sostanze che causano danno alle arterie come TMA (trimetilammina) e TMAO (ossido-TMA), sostanze pro-aterogene.

L’esperimento è stato condotto somministrando ai topi una dieta ricca di carne, uova, latticini ed il composto DMB. I topi non sviluppavano quelle sostanze tossiche coinvolte nei processi aterosclerotici che aumentano il rischio di infarti, trombosi ed ictus.

L’olio extravergine di oliva, per la presenza di polifenoli, svolge un’azione antinfiammatoria intestinale contrastando l’azione dei radicali liberi dell’ossigeno (ROS).

In particolare ciò è stato dimostrato da uno studio dell’università di Cagliari. Alcuni ricercatori hanno preincubato delle cellule intestinali con degli estratti di olio ottenuto da olive della varietà Bosana e Nera di Gonnos/Tonda di Cagliari ed hanno sottoposto queste colture cellulari ad una sostanza infiammatoria: hanno visto che le molecole di radicali liberi dell’ossigeno erano sensibilmente diminuite.

E’ risultato che l’alto contenuto di antiossidanti nell'olio d'oliva può ridurre la sintomatologia della colite cronica e ulcerosa, inibendo i fattori metabolici che portano alla “cascata infiammatoria”, e del Morbo di Chron, malattie infiammatorie croniche che sono caratterizzate da dolori addominali quali diarrea, malassorbimento di acqua e nutrienti e perdita di peso.

Uno studio condotto su topi di laboratorio ai quali era stata indotta sperimentalmente una colite, ha dimostrato, infatti, che l’olio extravergine di oliva ad alta concentrazione di polifenoli era in grado di determinare una significativa riduzione degli indici di infiammazione come il fattore di necrosi tumorale (TNF), l’ossido nitrico sintetasi inducibile (INOS), la ciclossigenasi (COX), la proteina chemio tattica dei monociti (MCP), tutti fattori coinvolti nella flogosi intestinale a base della malattia.

Per quanto riguarda la relazione tra olio extravergine di oliva e tumori è emersa l’importanza del tipo di grasso alimentare nell’eziologia di alcuni tipi di neoplasie.

Il consumo di grassi animali è correlato ai tassi di mortalità per neoplasie di colon, prostata, mammella e ovaio: infatti, è forte l’associazione tra consumo di grassi animali e rischio di sviluppare il cancro al colon. In Italia, Grecia e Spagna, dove il consumo di lipidi di origine animale è basso, e l’olio di oliva è la principale fonte di grasso, la mortalità per questo tumore è relativamente bassa.

Il cancro del colon rappresenta la terza causa di morte nei paesi industrializzati. Si può affermare, con certezza, che un ruolo fondamentale nell’eziologia di questa malattia è svolto da fattori dietetici. Una dieta ad alto contenuto di grassi animali, e in particolare i grassi saturi e trans, e di proteine, provoca il rilascio nell'intestino di grandi quantità di acidi biliari in grado di favorire, ad opera della flora batterica intestinale, la trasformazione maligna di eventuali polipi del colon preesistenti.

Diversi lavori scientifici confermano come l’olio extravergine di oliva sia in grado di prevenire il tumore al colon-retto. Vi sono studi epidemiologici ricchi di numeri che dimostrano che le popolazioni che adottano un regime alimentare basato sui principi della dieta mediterranea, che prevede consumo di frutta, verdura, cereali prevalentemente integrali, legumi, noci, pesce, basso consumo di carne rossa, carni lavorate, ed olio extravergine di oliva come principale fonte di grassi, presenta una minore incidenza di cancro dell’intestino.

L’azione antitumorale dell’olio extravergine di oliva è svolta prevalentemente dai polifenoli presenti nell’olio.

Infatti composti come il tirosolo, l’idrossitirosolo, l’oleuropeina sono in grado di inibire i processi di angiogenesi agendo sui fattori di crescita tumorali.

Una recente ricerca mostra come l’olio, in particolare l’idrossitirosolo, sia in grado di aumentare l’espressione di un gene oncosoppressore CNR1 attraverso un meccanismo che regola l’espressione di un recettore implicato nei processi alla base del processo tumorale.

Ed ancora, l’idrossitirosolo (didrossifeniletanolo), un fenolo dell'olio d'oliva, attraverso un meccanismo inibitorio dei markers dell’infiammazione ed angiogenesi, è in grado di limitare la progressione del tumore del colon. Infatti effettua una down-regulation del fattore di proliferazione tumorale (EGFR) espresso dalle cellule tumorali, fattore di crescita vascolare endoteliale (VEGF) ed altri mediatori implicati nell’infiammazione.

L'alimentazione pertanto può condizionare il funzionamento del nostro genoma senza modificarlo, svolgendo un’azione attivante od inibente l’espressione di certi geni coinvolti nei processi tumorali.

Riassumendo l’olio extravergine di oliva riduce l’acidità gastrica (prevenendo la formazione di gastriti ed ulcere gastro-duodenali), favorisce la secrezione della bile (svolgendo un’azione coleretica con riduzione della formazione dei calcoli biliari), favorisce la motilità intestinale (contrastando la stitichezza), previene la formazione di malattie infiammatorie intestinali ed il tumore del colon.


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